venerdì 6 marzo 2009

Pozza-Umito di Acquasanta Terme 11 marzo 2009



La divisione tedesca “Brandeburg”, dislocata nel mese di gennaio 1944, nella parte Sud delle Marche, con l’ordine di individuare ed eliminare i focolai della “resistenza” esistenti alle spalle della linea “Gustav”, il 9 marzo 1944 dà inizio a tali operazioni, attaccando con 200 uomini,la banda partigiana Paolini e Bresson, arroccata nel territorio montuoso del comune di Rotella.

E, nella notte tra il 10 e l’11 marzo, nel centro di Acquasanta e avanti la ditta Ibea, sostituisce i 30
militari caduti a Rotella con altrettanti fascisti della g.n.r. facendo indossare loro la divisa nazista
(uno fu riconosciuto subito ed un altro il 13 marzo 1999 da parte di due partigiani di Pozza.
L’attacco dei nazi-fascisti alle prime luci dell’alba (l’abbondante nevicata dei giorni precedenti aveva fatto ritenere inutile il servizio di vigilanza), prese alla sprovvista e, quindi impreparata, la guarnigione partigiana, che a Pozza subì forti perdite. Ad Umito la resistenza fu consistente, infliggendo agli attaccanti 22 morti, compreso il capitano della spedizione.

Nei rastrellamenti successivi, effettuati dalla g.n r., guidata da un tedesco, nel territorio montano circostante, persero la vita altri 14 partigiani. Nel cimitero di Quintodecimo furono fucilati 4 ex
prigionieri alleati e a Favalanciata altri due.

Il capitano dei cc rr, Ettore Bianco, eroe delle battaglie di Bosco Maltese di Teramo, per un disaccordo con il capitano Jugoslavo Drago Ivanovic, fu costretto trasferire il comando della formazione e tutta la banda partigiana sulle montagne poste a nord del fiume Tronto (Pizzo d’Arco) e su tutta la cresta montuosa da Quintodecimo fino a Tallacano .

Numerose azioni militari vennero compiute dalla banda Bianco lungo la consolare “Salaria”: il 16 maggio cattura due tedeschi, il 22 maggio fu catturato il tenente Frantz KRAUGER. Le azioni di disturbo nelle retrovie furono innumerevoli tanto da impedire ai guastatori di far saltare cinque ponti. La sera dell’undici giugno il capitano Bianco con 10 partigiani disarmò la caserma dei carabinieri di Acquasanta Terme (il comandante era un collaboratore tedesco), nonostante la presenza nella cittadina di oltre 1000 tedeschi. Il patriota Di Giambattista Paolo da S.Vito si distinse per coraggio e capacità, sequestrò ad un tenente tedesco la macchina da turismo “CHEVIOLET”, che fu consegnata, poi, al comandante alleato di Ascoli Piceno, colonnello Fiore.

Il brigadiere Fenu, con 6 partigiani, attacca una colonna tedesca in transito sulla Salaria catturando, il 13 giugno, un autocarro e il giorno 14 un’autoambulanza SPA 38, automezzi che furono consegnati al XXIX° Battaglione del IV° Reggimento Bersaglieri del Corpo Italiano di Liberazione.

Il 17 giugno 1944 la formazione partigiana del Capitano Bianco, sul quale pendeva una taglia di £.200.000, occupò militarmente Acquasanta Terme, impedendo agli ultimi guastatori di far saltare l’edificio della Colonia Montana, già sede dei comandi tedesco e fascista.
Drago Ivanovic, come pubblicato nel suo libro “Le tempestose albe nell’Appennino”, dopo quanto avvenuto a Pozza ed Umito, si recò in tutte le località montane impervie dell’Acquasantano e nel territorio del Comune di Ascoli Piceno (dorsale tra il Castellano e il Tronto) e sistemò tutti gli ex prigionieri Jugoslavi, combattenti con la banda Bianco, in posti sicuri. Egli cita la maestra Delia Piccinini da Pianaccerro che, nelle sere d’inverno, accendeva la stufa della scuola, lasciando aperta la porta per consentire agli ex prigionieri di rifugiarsi.

Drago Ivanovic attribuisce a Bianco la responsabilità dell’attacco nazi-fascista dell’11 marzo in risposta all’assalto, compiuto la notte del 5 marzo, alla caserma dei carabinieri da parte di un gruppo partigiano, agli ordini, del brigadiere Fenù e per aver posta la sede della formazione presso la casa parrocchiale di Umito, che, al pari di altri parroci della montagna Acquasantana assistevano, gli ex prigionieri e davano loro aiuto, anche di armi, ai partigiani. Drago, non avvertito dal comando militare partigiano avente sede a Castel S.Angelo sul Nera, delle funzioni attribuite alla divisione “Brandeburg” (eliminazione dei focolai della resistenza), ritenne erroneamente di attribuire a Bianco quanto avvenuto a Pozza
.
Autorità, ex combattenti presenti, studenti, insegnanti, cittadini, non dimenticate la solidarietà delle famiglie, specie quelle rurali, ai combattenti per la libertà, agli ex prigionieri fuggiti dai campi di concentramento e agli ebrei.

Ricordate anche quanto prezioso è stato l’apporto delle donne, nel Comune di Acquasanta e in tutto il territorio provinciale alla lotta di liberazione, rischiando la prigionia, la morte, la distruzione delle loro case.Tre donne hanno scolpito con il sacrificio della loro vita la nostra storia: Cafini Concetta caduta il 12 settembre 1943 ad Ascoli, Cristanziani Martina caduta eroicamente l’11 marzo 1944 a Pozza e l’indimenticabile Anna Sparapani, di 11 mesi, arsa viva, che ha donato qui a Pozza i suoi sorrisi, quale segno indelebile del suo grande amore per la sua PATRIA, che già amava.

Pomaro di Acquasanta ha consegnato alla storia dell’intera Provincia Picena e della Regione la signora ALBANESI Antonina, sulla quale pendeva una cospicua taglia da parte fascista per aver dato aiuto ai partigiani, ad ex prigionieri alleati, che lasciando due giovani figli, rifugiandosi prima in una località non lontana, ha scelto, poi, di far parte, svolgendo un ruolo di responsabilità nella
banda di patrioti guidata dal Tenente Rados (ex prigioniero Jugoslavo), partecipando a numerose operazioni nei comuni di Roccafluvione, Montemonaco della nostra Provincia, in quello di Montalto di Macerata,ecc.

Il Ministero della Difesa Le ha riconosciuto il grado militare di “Sotto Tenente” e Le ha concesso la “Croce al Merito di Guerra”

In questo giorno di “memoria” facciamo scorrere nelle nostre menti i nomi di tutti i caduti, per non
Dimenticarli, perché il loro sacrificio ha donato alla nostra Patria Libertà, Democrazia, Eguaglianza,
Pace e Giustizia.

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